Marketing innovativo: i panetti di hascisc con il logo #Expo. Lo scoop di Repubblica, l’inchiesta di #cammuffexpo

La notizia l’ha data Repubblica: è stata sequestra una partita di hascisc molto speciale.

A sorprendere gli inquirenti è stato il logo con cui gli spacciatori hanno contrassegnato i panetti.

Anche gli spacciatori, a quanto pare, si preparano all’Expo: lo dimostra un ritrovamento del commissariato di Sesto San Giovanni (Milano) di una pressa per il confezionamento dei panetti di hashish con il logo dell’Esposizione universale. L’applicazione di logo e simboli impressi sui panetti è un’usanza molto comune nel mondo del traffico di droga: è nata per rendere riconoscibili le partite di stupefacente. Titolare del deposito era un componente del direttivo della curva Sud del Milan, il 43enne Daniele Cataldo, pluripregiudicato per rapine e furti e con un cumulo pene di trent’anni. Nello stesso box gli agenti hanno trovato 21 chili di hashish, 800 grammi di cocaina pura (con relativo materiale per il taglio), 13 pistole, una mitraglietta Skorpion, un giubbotto antiproiettile e chiodi a cinque punte.

In un comunicato stampa, #Expo2015 ha manifestato soddisfazione ma con riserva.

”I soliti gufi annunciano che i lavori per Expo sono in ritardo. Il gesto degli spacciatori ci dà grande fiducia e smentisce gli scettici: se usano il nostro logo, vuol dire che i pusher credono al successo della manifestazione. Se arriva il fumo, l’arrosto è pronto”.

Il riferimento polemico va ovviamente ai gufi, tipo quelli del ”Fatto Quotidiano” che oggi titolano in prima pagina

PADIGLIONI EXPO
UNO SU 4 CE LA FA
MA OBAMA NON LO SA

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L’ufficio marketing di Expo preannuncia azioni legali.

”Come sapete siamo stati molto generosi nel concedere il logo della manifestazione, sollevando alcune critiche. Abbiamo adottato procedure più severe, per garantire un corretto uso del logo. Purtroppo gli spacciatori milanesi non le hanno seguite. Dunque siamo costretti a passare la pratica agli avvocati.”

In realtà, sussurrano nei corridoi, i vertici di #Expo2015 si sarebbero aspettati una sostanziosa sponsorizzazione, per lanciare sul mercato mondiale un prodotto della terra, coltivato da millenni, lanciando ”il Cluster dell’Hascisc”.
In esclusiva per #cammuffexpo ecco i progetti in discussione.

I progetti per il Cluster del Fumo. L'ipotesi dello Studio Narghilè
I progetti per il Cluster del Fumo. L’ipotesi dello Studio Narghilè
I progetti per il Cluster del Fumo. L'ipotesi di Cilum Design
I progetti per il Cluster del Fumo. L’ipotesi di Cilum Design

Qualcuno pensa però a una soluzione al risparmio, che garantirà un enorme impatto mediatico: usare l’Albero della Vita che campeggia al centro della piastra, avvolgerlo in una gigantesca cartina e costruire così la più grande canna del mondo!
Il progetto è già pronto, e stavano arrivando le prime adesioni. Si parla dell’interesse di alcune grandi aziende. Interpellati in proposito, i main sponsor di #Expo hanno seccamente smentito di voler immettere sul mercato nuovi prodotti a base di hascisc: nei ristoranti di Expo non potremo acquistare il McFumo e il McCanna o bere la Coca Canna.
I comitati #noExpo, presi in contropiede, hanno già annunciato di voler

”contrastare le multinazionali dello spaccio”, che ”drogano il mercato con un prodotto nato dallo sfruttamento dei coltivatori nei paesi d’origine, chimicamente trattato”.

Metteranno dunque in circolazione i panetti noExpo, con due opzioni:
# usando il circuito equo e solidale, che garantisce un giusto compenso ai contadini del sud del mondo e la elevata qualità del prodotto;
# oppure il fumo a chilometro zero, frutto di coltivazioni biologiche nella vasca da bagno di casa trasformata in serra, usando i fertilizzanti naturali prodotti dagli inquilini vegani.

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